La mappatura dei giacimenti petroliferi italiani
Il petrolio in Italia è estratto principalmente grazie alla presenza di giacimenti sparsi in tutto il paese, sia su terraferma che in mare aperto. Una distribuzione di infrastrutture comunque frammentata, con un numero di siti a disposizione limitato rispetto ad altri paesi europei. Affidandoci ai dati forniti dal Mise e reperibili consultando apposite tabelle, la Basilicata resta la regione leader per attività estrattiva. Da sola, la Val D’Agri produce il 70% del greggio italiano. La seconda area più prolifica risulta essere la costa adriatica, sia nel settore settentrionale – o zona A emiliano romagnola, sia zona B – o centrale – con le coste di Marche, Abruzzo, Molise. Anche la Sicilia non manca di petrolio, Esistono realtà nel Nord del paese – come Trecate in Lombardia o Venezia – dove l’attività estrattiva è ferma da tempo per esaurimento del greggio e rischio di subsidenze.
Il petrolio su terraferma e offshore
La produzione nazionale di greggio si aggira sui trentadue milioni di barili. Una cifra capace di coprire l’8% del fabbisogno italiano, garantito per il 70% dagli impianti Eni su terraferma in val d’Agri gestiti da Eni e di Tempa Rossa, sotto la supervisione di Total. I giacimenti siciliani e a largo delle coste adriatiche assicurano il 9% della produzione nazionale di petrolio, dove la società anglo-greca Energean ha acquisito le piattaforme dei giacimenti Sarago, Veg e Rospo. Quest’ultimo sorge a venti chilometri dalla costa al confine tra Abruzzo e Molise, al largo di Vasto. A una profondità di settanta metri sott’acqua, Rospo Mare, articolato su tre piattaforme, assicura una produzione giornaliera media di oltre duemila barili al giorno. Tutto ciò possibile grazie a una peculiarità del sottosuolo adriatico, di natura carsica, che intrappola il petrolio e lo rende, di fatto, estraibile.
Estrazione e distribuzione del petrolio in Adriatico
Ogni giorno il lavoro estrattivo delle tre piattaforme Rospo Mare B si avvale dell’attività di stoccaggio garantita dalla nave petroliera Panamax Alba Marina. Il trasporto avviene attraverso tubature sottomarine che arrivano fino a questa realtà galleggiante pienamente operativa. Dove lavora uno staff funzionale ed efficiente che si occupa delle operazioni in check da remoto delle tre piattaforme. La nave conserva il petrolio estratto prima di consegnarlo ad altri navi petroliere, la cui funzione è quella di alleggerire il carico presente sull’Alba Marina. Sono circa cinque le operazioni di scambio di questo tipo ogni anno, perché altrimenti la vendita e la distribuzione di tutto il petrolio estratto nel nostro paese non sarebbe possibile. Dunque, sono diversi gli step necessari affinché questa logistica offshore possa provvedere alla successiva commercializzazione e distribuzione di greggio. Utilizzato soprattutto per produrre bitume, garantendo una fonte di risparmio sulle importazioni stimabile in percentuali e cifre assolutamente non trascurabili.
Analisi e ricerca: L’importanza degli studi preliminari
Grazie all’esperienza acquisita nel corso degli anni, la società anglogreca Energean è responsabile della produzione di una gran parte del petrolio estratto offshore, con percentuali che toccano l’80%. Il lavoro estrattivo non può cominciare senza una fase di studio e analisi preliminare, che si caratterizza per
- La ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.
- mappatura e la valutazione dei giacimenti, processi sempre più sofisticati grazie all’evoluzione dei mezzi tecnologici disponibili.
- Indagini volte a confermare l’assenza di fattori critici che limiterebbero la performance del giacimento e un ritorno economico necessario a coprire gli investimenti iniziali.
- L’ impatto ambientali, tutelato a sua volta dalla normativa vigenti che regolamenta il settore petrolifero
- la transizione energetica, e le fonti di energia alternativa che promuovono lo sviluppo di un’economia sostenibile
Monitoraggio a tutela dell’ambiente e dei posti di lavoro
In merito al petrolio adriatico estratto sulle piattaforme rospo mare, l’istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise ha eseguito esami per attestare salute e qualità delle acque sottostanti le piattaforme distanti dodici miglia dalla costa. I campioni confermano che i valori di idrocarburi sono conformi ai limiti imposti dalla legge, se non addirittura inferiori. Gli interventi in tema di prevenzione e vigilanza ambientale sono fondamentali perché da un lato tutelano il patrimonio faunistico, ittico, sinonimo di biodiversità. Dall’altro, monitorano il lavoro di migliaia di professionisti impiegati in un settore ancora fondamentale per lo sviluppo energetico su larga scala. Indipendentemente dai progressi fatti e dalle nuove normative in vigore, la sfida futura resta improntata al tentativo di conciliare esigenze dell’industria petrolifera, valutazione ambientale strategica e mantenimento di uno standard di sostenibilità accettabile.